PROLOGO
Elivelivolo
S.H.I.E.L.D. in volo sopra New York City. Qualche settimana fa. Il
rumore dello sparo echeggia nella stanza come fosse il rombo di un tuono
coprendo completamente il sibilo di un pugnale che attraversa l’aria ed un
successivo gemito soffocato.
Una squadra di sicurezza dello
S.H.I.E.L.D. riesce finalmente a forzare la porta ed entrare nell’alloggio
privato di uno dei Vice Direttori Esecutivi della più grande agenzia di
intelligence del Mondo e quel che trova è sconcertante. È evidente che c’è
stata una colluttazione ed è altrettanto evidente com’è finita: in un angolo
giace il corpo nudo della Contessa Valentina Allegra De La Fontaine sotto cui
si allarga una pozza di sangue. C’è dell’altro sangue su una parete e niente di
più. L’alloggio è vuoto.
Per quanto possa sembrare
incredibile, qualcuno è riuscito ad entrare in uno dei luoghi più sorvegliati
del Pianeta, ha assassinato uno dei massimi dirigenti dello S.H.I.E.L.D. ed è
riuscito a fuggire indisturbato.[1]
Quartier
Generale dello S.H.I.E.L.D. Qualche tempo dopo. Sono
seduti a semicerchio davanti a lui e questo è già sufficiente a farlo sentire a
disagio, come se non bastasse il dolore alla spalla destra.
-Sei davvero
sicuro di quel che dici, Junior?- gli chiede Dum Dum Dugan.
Jonathan Juniper, o meglio il suo
clone, il clone di un giovane soldato morto nel 1942, il primo ed unico caduto
della squadra nota come Howling Commandos, si rilassa: se quel vecchio coriaceo
di Dum Dum lo ha chiamato col vecchio nomignolo dell’uomo da cui è stato
clonato, vuol dire che è ben disposto verso di lui, gli crede insomma.
-Certo che lo
sono, vecchio testone irlandese.- ribatte -Altrimenti non sarei qui.-
-Le analisi
genetiche hanno confermato che il cadavere trovato negli alloggi di Valentina
appartiene ad un suo clone.- a parlare è stata una giovane donna bionda -A
proposito, un centro perfetto Agente Juniper, la morte è stata praticamente
istantanea.-
-Grazie.- replica
Jonathan accarezzando la spalla destra fasciata -Purtroppo ho esitato prima di sparare
e le ho dato il tempo di lanciarmi il pugnale. Non è stato facile sparare ad
una donna con cui… voglio dire…-
-Ti comprendo
benissimo, credimi.-
L’osservazione
viene da un afroamericano dai capelli bianchi. Il suo volto, la sua voce ed il
suo nome sono indelebilmente impressi nella memoria di Jonathan.
-Grazie Gabe.-
mormora.
Gabriel
Jones prosegue:
-Quel che non
capisco è tutta questa segretezza. Non hai informato nessuno, Nick, nemmeno i
tuoi vecchi amici.-
-Ed ho fatto
bene.- ribatte Nick Fury -Val è stata sostituita da un clone, come potevo
essere sicuro che anche altri non fossero stati sostituiti? Ora, grazie agli
screening genetici siamo sicuri di non essere stati infiltrati.-
-Hai tenuto
segreta la morte del clone della Contessa, perché?- chiede George Washington
Bridge, Direttore della Sezione Stati Uniti dello S.H.I.E.L.D.
-Non voglio che i
nostri avversari sappiano troppo presto di essere stati scoperti.- risponde
Nick.
-I nostri
avversari…- borbotta Dum Dum Dugan -... non giriamoci intorno. Sono sempre i
nostri vecchi amici in verde: l’Hydra.-
N° 92
1.
Falls
Church, Virginia, oggi. Se c’è una routine che Elizabeth Mary Mace
segue scrupolosamente ogni volta che si trova a casa, è un rigoroso allenamento
appena sveglia: cento flessioni, un po’ di sollevamento pesi, qualche tiro di
boxe al sacco ed una ventina di giri di corsa dell’isolato.
Oggi
dovrà interrompere l’allenamento prima del previsto, Liz lo capisce quando al
secondo giro di corsa vede parcheggiata davanti alla sua villetta un’auto con
targa militare ed appoggiata al cancello una donna in uniforme che conosce
molto bene
-Salve.- la saluta il Colonnello dell’Esercito
degli Stati Uniti Carolyn “Cary” St. Lawrence.
-Per quanto mi piacerebbe credere il
contrario, scommetto che la tua non è una visita di cortesia.- replica Liz.
-E vinceresti.- ribatte Cary -Le vacanze sono
finite.-
-Due giorni di permesso li chiami vacanza?
Lasciamo perdere. Ho il tempo di farmi una doccia spero.-
-Ovviamente. Ti aspetteremo pazientemente.-
Liz
ammicca dicendo:
-Potresti aiutarmi a lavarmi la schiena.-
Cary
sorride a sua volta e replica:
-Meglio di no. Potrebbero venirmi delle
tentazioni che non posso permettermi… non adesso.-
-Come preferisci. Non ci metterò molto.-
Circa
mezz’ora dopo Liz Mace esce con indosso la sua impeccabile divisa dei Marines stringendo
nella mano destra una valigetta. Cary pensa che le piacerebbe molto baciarla
ma, come ha detto prima, non è questo il momento. Liz sembra leggerle nel
pensiero mentre le sorride.
Si
accomoda sul sedile posteriore accanto a Cary. Al posto di guida una donna che
indossa l’uniforme blu dell’Aviazione militare.
-Tenente Perrywinkle!- esclama Liz -Ci fa da
autista?-
-Ordini del Generale Kragg.- si schermisce
Diane Perrywinkle.
-Esercito, Marines, Aviazione. Manca solo la
Marina. Dov’è Franklin Mills?-
-Il Tenente Mills è impegnato in un corso di
aggiornamento del DEVGRU,[2]
in una località segreta. Non sarà disponibile sino al termine.-
Potrebbe
essere una storia di copertura per una missione come Comandante America,
riflette Liz.
-Senti la mancanza del nostro bel tenentino?-
le sussurra Cary -Dovrei sentirmi gelosa forse?-
-Non dire sciocchezze.- ribatte lei nello
stesso tono -A Frank piacerebbe che ci fosse qualcosa tra noi ma non accadrà
ormai. È solo che….-
-Che…?-
Liz
esita. Nonostante l’intimità tra lei e Cary, non si sente in diritto di
rivelarle i segreti altrui.
-Nulla d’importante.- dice infine -Piuttosto…
dove stiamo andando?-
-Al Pentagono. Stiamo per fare incontri
importanti.-
La
curiosità della donna che segretamente è Capitan America è decisamente
stimolata.
Un
appartamento di Manhattan. Qualche ora prima. Frank Gianelli si sveglia
e prova una sensazione di straniamento che però passa trova rapidamente.
Accanto a lui, nel letto matrimoniale, a malapena coperta dalle lenzuola
disfatte, dorme, volgendogli le spalle, una donna dai lunghi capelli biondi, ed
un fisico mozzafiato.
Stando
attento a non svegliarla, Frank scende dal letto e ripensa alle circostanze del
loro incontro. Si erano visti in un bar e lei gli aveva fatto capire abbastanza
chiaramente cosa si aspettasse da lui. Così, non molto dopo, erano
nell’appartamento di lei intenti a baciarsi e spogliarsi reciprocamente. Il
resto aveva portato ad una notte molto intensa in cui Frank aveva dovuto dar
fondo a tutte le sue energie.
Incontri
simili non sono mai stati un problema per Frank, ma questo è decisamente
diverso, non solo per l’appetito sessuale della sua compagna di questa notte,
ma perché l’ha riconosciuta. Frank è un giornalista, un fotoreporter e non
dimentica mai un volto, specie quello di Karla Sofen alias Moonstone, nota
supercriminale, occasionale supereroina e che altro? L’ultima sua impresa
pubblica era stata sventare il piano di ricatto mondiale dei Signori del Male,
il gruppo di cui lei stessa aveva fatto parte in passato, assieme alla squadra
di supercriminali apparentemente redenti chiamati Thunderbolts.[3]
Da allora ha tenuto un basso profilo, anche se stando a certi contatti di Frank
potrebbe essere coinvolta in un paio di operazioni poco chiare. Il destino l’ha
fatta imbattere proprio in lui: uno che era in grado di riconoscerla. L’istinto
del giornalista dice a Frank che Moonstone non è a Manhattan solo per
rilassarsi ed è uno dei motivi per cui ha accettato le sue avances. L’altro
motivo è abbastanza ovvio.
Frank si guarda intorno
sperando di vedere qualcosa di interessante ma, a parte un paio di bollette
intestate a Karin Svenson, un alias abbastanza trasparente per lui, non c’è
nulla. Dà un’occhiata nei cassetti, ma a parte della biancheria intima
decisamente sexy non trova nulla di rilevante. Li richiude rapidamente ed è
fortunato: un leggero mugolio lo avverte che la padrona di casa si sta
svegliando.
Si gira di scatto ed
incrocia i freddi occhi azzurro ghiaccio della donna che ha appena sollevato la
testa.
-Che stai facendo?- gli chiede lei.
-Stavo andando al bagno.- risponde prontamente
Frank.
-Sbrigati e torna a letto. La notte è ancora
giovane.-
Frank sospira. Sembra che
Karla o Karin non si sia insospettita ma è meglio non tirare troppo la corda.
Non ha nessuna intenzione di ritrovarsi con un bel buco nello sterno.
Tribunale
Penale di Manhattan. Qualche giorno prima. Metà mattina. Il Giudice di turno per
le udienze di smistamento ha l’aria annoiata ma la sua attenzione è subito
ridestata all’entrata di un afroamericano dal fisico massiccio, un vero armadio
ambulante, che si dirige deciso verso il banco della Difesa.
-Avvocato Donovan…- lo apostrofa il Giudice -…
vedo che nonostante i suoi dubbi trascorsi le è ancora concesso patrocinare in
queste aule.-
Big
Ben Donovan fa un sorriso a 32 denti, di cui alcuni visibilmente d’oro, e
replica:
-So di darle un dispiacere, Vostro Onore, ma
sono stato reintegrato dall’Ordine degli Avvocati della Città di New York una
volta che le accuse contro di me[4]
sono state ritirate.-
-Un fatto che disapprovo, ma lasciamo perdere,
qual è il suo caso?-
-Ronald Raymond.-
-Il prossimo della lista, vedo.-
-Lo Stato di New York contro Ronald Raymond!-
scandisce il Cancelliere.-Omicidio multiplo di Primo Grado, omicidio di Secondo
Grado, lesioni, resistenza all’arresto…-
Ronald
Raymond viene accompagnato al banco della Difesa ed ascolta impassibile la
litania delle accuse.
-Un bel numero di capi d’accusa. Il caso del
cosiddetto Cacciatore Notturno di Harlem giusto?- commenta ancora il Giudice
-L’Accusa è pronta a procedere?-
-Vice Procuratore Maxine Lavender per
l’Accusa, Vostro Onore. Siamo pronti.- risponde un’attraente afroamericana alta
e slanciata.
-Allora procediamo. Mister Raymond ha udito le
accuse a suo carico, come si dichiara?-
È
Big Ben Donovan a rispondere con voce stentorea:
-Non colpevole!-
Nell’aula
scoppia il caos.
2.
Quartier Generale Segreto dell’Hydra.
Una settimana fa. L’Hydra Imperiale è immerso in chissà quali riflessioni quando uno dei
capi settore è ammesso alla sua presenza.
-Ho pensato che volesse saperlo
immediatamente.- gli dice l’uomo -Grant Ward è stato avvistato a Santa
Providencia nei Caraibi.-
-Grant Ward.- credevo fosse morto.- ribatte
l’Hydra Imperiale con voce dura,
-<Beh, evidentemente…-
-… la notizia della sua morte era alquanto
esagerata, capisco. Come lei sa molto bene, Capo Settore C8, due sono le cose
che l’Hydra non perdona: il tradimento ed il fallimento. Scovi Ward e stavolta
si assicuri che sia morto o avrò la sua testa come trofeo.-
Il
Capo Settore C8 deglutisce prima di rispondere:
-Sarà fatto, Hydra Imperiale.-
Pentagono,
Contea di Arlington. Oggi. Quando Liz Mace, Cary St. Lawrence e Diane
Perrywinkle entrano nella sala riunioni ci sono due persone ad attenderle. Uno
ha la divisa della Marina e i gradi di Vice Ammiraglio. Si chiama Henry H.
Nelson ed è il capo della sezione dell’intelligence militare a cui appartiene
Liz. Ad attirare l’attenzione delle nuove arrivate è, però, l’altro uomo: capelli
e baffi bianchi, aria autorevole. Indossa abiti civili ma tutte lo riconoscono,
compresa Liz, che è l’unica a non averlo mai incontrato.
-Generale Ross- lo saluta Cary St. Lawrence
scattando, come le altre, sull’attenti.
-Riposo, Signore.- replica Thaddeus E. Ross,
soprannominato Thunderbolt, generale in congedo dell’Aviazione.
Salute
rapidamente ma galantemente le tre donne ed infine dice:
-Come dovreste sapere, non sono più in
servizio attivo ma le mie passate esperienze con Hulk, il Capo ed altra gente
come loro ha convinto il Segretario alla Difesa ad offrirmi un posto come
consulente per le minacce superumane alla sicurezza militare, che è uno dei
motivi per cui è stata formata la task force di cui fate parte o sbaglio?-
-Lei sa già la risposta, generale.- replica
Liz -La task force di Camp Lehigh si occupa di minacce insolite, tra le altre
cose. Devo dedurre che sta per parlarci di una di queste?-
-Ci ha azzeccato, Maggiore. Che cosa sa della
clonazione?-
-Quello che sanno tutti, suppongo. Da una
singola cellula è possibile ricavare individui identici all’originale e
virtualmente indistinguibili da esso. È stata provata con successo sugli
animali. È ancora ufficialmente illegale sull’uomo ma si vocifera che ne siano
stati creati.-
-Le voci sono corrette. Che mi direbbe se le
dicessi che la Russia aveva un piano per infiltrare cloni di personalità di
spicco della politica, dell’economia e di altri settori vitali del nostro e di
altri paesi e che quel piano è stato fatto proprio dall’Hydra?-
-Direi che sembra la trama di un thriller
fantapolitico ma non faccio fatica a crederci, signore. Da quel che ne so di
quella malefica organizzazione, un piano simile è nello stile dell’Hydra.-
-Immagino che ora ci dirà che i Russi o
l’Hydra hanno già infiltrato cloni nei posti chiave del Dipartimento della
Difesa e delle Forze Armate.- puntualizza Cary St. Lawrence.
-Esattamente.- ribatte Ross -Il vostro compito
sarà individuarli e neutralizzarli.-
-Per neutralizzarli non intenderà ucciderli a
sangue freddo, spero.- interviene ancora Liz -Non è il tipo di ordine a cui
ubbidirei.-
-Non sono un macellaio, Maggiore. Per
neutralizzare intendo metterli in condizione di non nuocere. Il mezzo lo lascio
a voi.-
Il
che non rende comunque le cose più facili, pensa Liz.
Watergate South Building, Washington D.C. Ieri. Sam Wilson si sveglia con un leggero
mal di testa. La sera precedente ha decisamente bevuto troppo. Più di quanto
suo padre, il Reverendo Paul Wilson avrebbe approvato, questo è certo. Cosa
avrebbe detto della giovane donna bionda che sta ancora dormendo al suo fianco?
Gli avrebbe sicuramente ricordato che era impegnato con Claire Temple e che un
comportamento simile da parte sua non era appropriato. Avrebbe detto proprio
così. Sam ne è certo e la cosa gli strappa un involontario sorriso.
Guarda ancora Nicole Adams e si chiede: cosa faccio adesso? Non sa trovare la risposta.
3.
Daily
Bugle Building. Oggi. J. Jonah Jameson scuote la testa e dice :
-Non mi piace per niente.-
-Io dico che è un’occasione unica e non
possiamo perderla.- ribatte Frank Gianelli.
-Ho chiamato un mio vecchio amico al
Dipartimento della Giustizia.- interviene Joseph “Robbie” Robertson, direttore
del Daily Bugle -Stando a quello che mi ha detto, tutti i mandati contro
Moonstone sono stati annullati e le è stata concessa l’immunità totale. Pare
che sia stato il prezzo per aver dato un contributo decisivo allo
smantellamento del Consorzio Ombra:-
-E allora?- ribatte Frank -Magari usa un nome
falso solo perché è nella Protezione Testimoni ma io ho la sensazione che ci
sia di più. Quando l’ho incontrata era in compagnia di una rossa dall’aria
inquietante. Quando ho accettato di sedermi con loro mi ha guardato con
evidente disprezzo e dopo un po’ si è alzata e se n’è andata dicendo che avrebbe
cercato un posto più adatto a lei, ha detto proprio così. Pochi minuti dopo la
Sofen mi ha proposto di seguirla nel suo appartamento ed ho accettato.-
-E quindi ora vorresti la nostra benedizione
per infilarti di nuovo nel letto di quella psicopatica?- ribatte Charlie Snow,
direttore della rivista Now -Secondo me devi avere qualche rotella fuori posto
anche tu, ragazzo.-
-Non sei il primo che me lo dice.- replica
Frank.
-Se ti conosco bene …- interviene Tracy Burke,
direttrice della rivista “Donna“ per cui Frank sta lavorando al momento -… tu
lo farai anche se noi dovessimo dire di no.-
Frank
tace ed è un silenzio carico di ammissioni.
-Pare che la palla sia passata di nuovo a te,
Jonah.- dice, infine, Robbie.
Jameson
fa due o tre smorfie, scuote la testa poi dice:
-Segui pure il tuo dannato intuito, Gianelli.
Se scopri qualcosa di veramente serio su quella sgualdrina in costume faremo un
bell’articolo sul Bugle e gli approfondimenti su Now. Ma ti avverto: non osare
mettere sul conto della Jameson Publishing o di una qualunque sua pubblicazione
beveraggi o qualunque altra cosa ti serva per la tua… ehm… opera di seduzione.-
Quasi
tutti i presenti ridacchiano.
-Farò del mio meglio J.J.J.- replica Gianelli.
Pochi
minuti dopo è fuori dalla sala riunioni e gli si avvicina una bionda dal fisico
da modella che indossa una camicetta attillata, jeans che sembrano dipinti
addosso e scarpe con tacco 12.
-Allora?- gli chiede.
-Hanno approvato la mia idea.- risponde Frank
-A patto che tu mi affiancassi per gli articoli ed a me sta più che bene-
-Ottimo.- commenta Joy Mercado -Quando
cominciamo?-
-Stasera stessa. Cercherò di agganciare la
Sofen cominciando dallo stesso bar di ieri. Potrei essere fortunato.-
-Conti sul fatto che sia rimasta impressionata
dalle tue doti di amante?-
-Modestamente…-
-Non darti le arie da Casanova adesso e
ricorda che quella è una donna molto pericolosa.-
-Lo so bene. Pensi che il tuo amico del
F.B.S.A. possa darci una mano?-
-Jack Norriss? Beh posso provare a vedere se
può dirmi qualcosa. Non sarà facile ma so essere molto persuasiva quando voglio.-
Non
ne dubito, pensa Gianelli.
Quartier
Generale Segreto dell’Hydra. Ieri. L’Hydra Imperiale guarda l’uomo e la
donna davanti a lui che indossano entrambi un costume rosso e verde. Nonostante
le maschere che coprono loro la metà superiore del volto, la loro somiglianza è
evidente. Come lui sa molto bene, Andreas e Andrea von Strucker sono i figli
gemelli di Wolfgang Barone von Strucker, il Supremo Hydra. Si fanno chiamare
Fenris, come il gigantesco lupo figlio di Loki della mitologia nordica e guidano
una piccola cellula terroristica indipendente, anche se affiliata all’Hydra, un
privilegio che il loro padre non concederebbe a nessun altro.
Sono anche mutanti capaci
di sparare raggi di bio energia quando sono in contatto fisico, altro talento
molto utile.
-Ho capito bene quello che hai detto?- esclama
Andreas von Strucker.
-Non c’è alternativa.- ribatte L’Hydra
Imperiale -Dobbiamo chiudere questa faccenda dei cloni prima che lo
S.H.I.E.L.D. o qualcun altro scopra troppo.-
-Resta sempre un’impresa al limite della
follia.- insiste Andreas.
-È vero.- ammette sua sorella facendo un
sorriso maligno.-Ma mi piace. Ci stiamo.-
Suo fratello non osa controbattere. Sotto il
suo cappuccio l’Hydra Imperiale sorride soddisfatto.
Pentagono,
Contea di Arlington. Oggi. In un ufficio messo a loro disposizione Liz
Mace, Cary St. Lawrence e Diane Perrywinkle stanno controllando una serie di
dati al computer.
-È un lavoraccio.- commenta Cary -Il
Dipartimento della Difesa ha centinaia di migliaia di dipendenti, come possiamo
scovare tra loro i cloni che stiamo cercando?-
-Per la precisione, contando anche il
personale militare in servizio attivo o nella Riserva, il personale è di circa
2.870.000 unità.- replica il Tenente Perrywinkle.
-Di bene in meglio. È come cercare un ago in
un pagliaio, un pagliaio grande come il Texas.-
-Non è del tutto vero.- ribatte Liz -In realtà
possiamo escludere un sacco di gente. Non ha senso che i Russi o l’Hydra
abbiano speso un sacco di soldi per sostituire soldati, ufficiali inferiori o
impiegati di basso livello. Dovremmo concentrarci sugli ufficiali generali e
sui funzionari di alto livello.-
-Ottima deduzione, Maggiore Sherlock.- replica
Cary -Resta comunque un lavoraccio.-
-Mai detto il contrario.- ribatte Liz
sorridendo -Tenente Perrywinkle… Diane… riesce a restringere il campo della
ricerca con i parametri che le ho dato?-
-È abbastanza facile, Maggiore.- risponde la
ragazza -Ecco fatto. Ora c’è solo qualche centinaio di nomi e solo una settantina
sono qui al Pentagono al momento.
-Perfetto. Cominceremo da loro.-
Improvvisamente
si ode il fragore di un’esplosione.
-Ma cosa...?- esclama, sorpresa, Cary St.
Lawrence.
La
porta dell’ufficio viene aperta di colpo ed appaiono sul vano due ufficiali
armati: uno dell’Esercito e l’altro dell’Aviazione.
-Cosa volete? Che sta succedendo?-
I
due non rispondono: semplicemente sparano.
4.
Ufficio
di Big Ben Donovan, Harlem, Manhattan. Qualche giorno fa. Il massiccio
avvocato afroamericano rientra nel suo ufficio dopo una mattinata intensa in
Tribunale ed ha una sgradita sorpresa: seduta alla sua scrivania c’è una donna,
anche lei afroamericana, decisamente grassa. In piedi accanto alla scrivania
due tizi vestiti in stile gangsta.
Big
Ben rimane per un attimo interdetto poi con voce calma dice:
-Black Mariah, sei tornata in città. Non dirmi
che hai già bisogno di un avvocato?-
-Sono qui per darti un avvertimento amichevole
in nome dei vecchi tempi, Big Ben.- replica con voce dura la donna chiamata
Black Mariah -La prossima volta che vuoi informazioni vieni tu stesso a
chiedermele, non mandare qualcuno che potrebbe seriamente farsi male.-
Solo
allora Big Ben si accorge della figura raggomitolata sul divano.
-Claire!- esclama correndo verso di lei.
Con
una gentilezza che in molti non gli attribuirebbero si china sulla donna di
colore scostando i capelli dal suo volto.
-Pensa che sorpresa quando ho scoperto che la
mia vecchia amica Claire Temple mi stava seguendo.- gli dice Black Mariah -Sta
tranquillo: i miei uomini non le hanno fatto troppo male, nulla che lasci il
segno perlomeno.-
-Se lo avessero fatto, li avrei uccisi a mani
nude e poi avrei fatto lo stesso con te, anche se non sarebbe stato facile con
quella specie di collo quasi inesistente che ti ritrovi.-
Black
Mariah scoppia a ridere e ribatte:
-Mi fa piacere che non hai perso il senso
dell’umorismo, Big Ben. Ricorda puoi venire a trovarmi quando vuoi. Non c’è
bisogno di essere nemici.-
Il
gruppetto esce chiudendosi la porta dell’ufficio alle spalle. Big Ben non
solleva mai la testa ma dice con voce cupa:
-Verrò, ma non ti piacerà.-
Pentagono,
Contea di Arlington, Virginia, oggi. Per almeno due delle donne in
uniforme nella stanza la rapidità di riflessi è stata spesso il discrimine tra
la vita e la morte. Mentre Cary St. Lawrence salta verso Diane Perrywinkle
trascinandola a terra, Liz Mace afferra la sua cartella e la scaglia contro uno
degli aggressori stendendolo. Contemporaneamente Cary rotola su se stessa
impugnando la sua pistola e facendo fuoco contro l’altro aggressore che con un
grido crolla a terra morto.
-Fammi indovinare…- commenta Cary rialzandosi
-… questi erano due dei famigerati cloni.-
-Probabile.- replica Liz -Mi chiedo…-
Da
fuori si ode il rumore di esplosioni e colpi di arma da fuoco.
-Ma che sta succedendo?- esclama Liz -Chi può
essere tanto pazzo da assalire questo posto?-
Diane
Perrywinkle prova ad alzarsi ma Cary le stringe il collo facendola svenire.
-Ma cosa hai fatto?- urla Liz.
-Ascolta tesoro: è abbastanza evidente che la
fuori sta succedendo qualcosa di grosso e c’è bisogno di te, di Capitan America
intendo, quindi mettiti quel tuo bel costumino e vai fuori a spaccare qualche
culo di terrorista.-
-E tu?-
-Me la caverò, stanne certa.-
Senza
esitare oltre Liz estrae dalla cartella costume e scudo, poi si spoglia
rapidamente della divisa ed altrettanto rapidamente si infila il costume.
Compiere l’intera operazione sotto gli occhi di Cary non le procura alcun imbarazzo,
dopotutto loro due sono amanti e sono ormai abituate a vedersi nude.
Terminata la vestizione
Liz impugna lo scudo e si volge verso l’altra donna dicendo:
-Non farti ammazzare.-
-Potrei dire lo stesso a te.- ribatte Cary.
Le
due donne si baciano velocemente poi Cap esce nel corridoio. Cary aveva
ragione: è in corso un grosso attacco ma di chi e perché?
La
risposta alla prima domanda diviene evidente quando davanti a lei si stagliano
le figure dei gemelli Fenris.
-Ma guarda, guarda!- esclama Andrea von
Strucker -La puttanella che vorrebbe essere Capitan America. Che ne dici,
fratellino, le diamo una lezione?-
Andreas
annuisce. I due gemelli si stringono la mano e dalle altre mani escono due
raggi di forza. Cap ha appena il tempo di alzare lo scudo per proteggersi
dall’impatto.
Da
qualche parte degli Stati Uniti. Ieri. L'aereo
ha una schermatura che lo rende virtualmente invisibile ad ogni forma di
rilevazione il che è perfetto per i suoi occupanti. L'uomo vestito di bianco
con un cappuccio dello stesso colore che gli copre interamente il volto è noto
solo come il Flagello. Altri lo hanno preceduto in quel ruolo e sono quasi
tutti morti. La cosa non sembra preoccuparlo.
Anche l'uomo seduto davanti a lui
indossa un costume ma è rosso e blu e la maschera che ha sul volto ha un aspetto demoniaco accentuato
dalle corna ricurve. Molto appropriatamente lo chiamano Demone. Non è il primo
a portare questo nome. Il suo predecessore è stato anche lui ucciso ma nemmeno
lui sembra preoccupato dalla cosa.
-Stiamo per
arrivare a Washington amico mio.- dice il Demone al suo compagno -Presto
inizierà l'azione.-
Il Flagello rimane silenzioso.
-Sei sempre un gran
chiacchierone, vedo.-commenta l'altro in tono sarcastico.
Il piccolo aereo punta verso un piccolo aeroporto privato, decisamente molto privato. Il loro capo, l'uomo noto come Power Broker, ci tiene alla propria riservatezza
5.
Pentagono,
Contea di Arlington, Virginia. Oggi. Lo scudo di Capitan America
sopporta senza grossi problemi l’impatto del duplice raggio dei Fenris e prima
che possano spararne un altro Liz Mace lo scaglia contro i due gemelli.
Andreas
Strucker viene preso in pieno e scagliato lontano. Contemporaneamente Cap salta
addosso a sua sorella e le due donne rotolano sul pavimento.
-Non crederai che io sia indifesa senza mio
fratello, vero?- sibila Andrea sferrando all’eroina patriottica un pugno che
lei evita di misura.
-So benissimo quanto sei pericolosa…- ribatte
Cap -… e ti tratto come meriti.-
Liz
salta di lato rotolando lontano mentre il suo scudo torna indietro e colpisce
Andrea al mento. Lo afferra al volo e si rimette rapidamente in piedi pronta a
fronteggiare il resto dei nemici.
Un
gruppetto di commandos che porta l’insegna della testa di lupo nero sulla
giubba rossa si riprende dalla sorpresa iniziale e la bersaglia di colpi.
Ancora
una volta lo scudo fa il suo dovere proteggendola dai proiettili, poi Liz balza
su di loro cominciando un balletto di calci, pugni, gomitate e ginocchiate.
Colpisce i suoi avversari prima che possano fare qualcosa di veramente serio ed
alla fine è la sola rimasta in piedi.
-Non eravate poi così tosti, direi.- commenta.
Alle
sue spalle Andreas si è ripreso ed ha estratto la sua pistola. Inquadra nel
mirino la nuca di Capitan America e si appresta a sparare.
Ambasciata
della Federazione Russa, negli Stati Uniti d’America, Washington D.C. Tre
giorni fa. La giovane donna che indossa l’uniforme delle Forze
Aerospaziali Russe alza gli occhi dal dossier che sta leggendo e si rivolge
all’ufficiale in piedi davanti a lei:
-È tutto vero?-
-Temo di sì, Compagna Colonnello.- risponde,
contrito l’altro.
-Il Generale Shelkov sostituito da un clone e
l’attacco di un elicottero d’assalto al Consolato Generale di New York un
tentativo di copertura per impedirci di scoprirlo, è quasi impossibile da
credere.[5]
Perché ne sono informata solo adesso?-
-La cosa è stata scoperta solo di recente. Ci
è voluto tempo perché i risultati delle analisi sui resti del presunto Generale
Shelkov fossero disponibili.-
-Burocrazia.- borbotta il Tenente
Colonnello Anna Nikolaievna Amasova con evidente disprezzo.
Il suo ruolo ufficiale è quello di
Addetto Militare dell’Ambasciatore Russo ma in realtà è il rezident[6]
del G.R.U.[7]
negli Stati Uniti e questa è la sua prima, vera gatta da pelare da quando ha
assunto l’incarico.
-Qualcuno ha
eliminato Shelkov ed ha assunto il controllo del Progetto Cloni sotto il nostro
naso.- dice infine -Scoprite chi è e in fretta e quando l’avrete fatto
eliminatelo nel frattempo, cancellate ogni traccia.-.
-Sarà fatto,
Compagna Colonnello.-
Rimasta sola, Anya Nikolaievna
riflette. Era ovviamente al corrente del Progetto Gemini, un progetto risalente
alla Guerra Fredda. Non sapeva, però, che era stato riportato in auge
recentemente. Un idea di quel pazzoide di Stalyenko, ci scommetterebbe.
C’è un'altra cosa su cui scommetterebbe:
il Teschio Rosso sarà sicuramente interessato a questa faccenda.
Assicuratasi che le microspie
nell’ufficio sono disattivate il Colonnello Amasova fa una chiamata da un
cellulare criptato:
-Sono Madame X,
Compagno Teschio Rosso. C’è una cosa che deve sapere.-
Pentagono, Contea di
Arlington, Virginia. Oggi. Nell’aria c’è un lieve sentore di ozono.
Andreas von Strucker non ci bada mentre preme il grilletto della sua arma.
In quel breve momento accadono tre
cose: Capitan America si gira di scatto sollevando il suo scudo, la pistola del
Fenris s’inceppa ed una voce di donna alle sue spalle dice in tono irridente:
-Non lo sai che non
è corretto sparare alle spalle della gente?-
Andreas si gira di scatto per
trovarsi di fronte due donne, un uomo e… un gorilla che indossa una specie di
tuta azzurra.
Senza
lasciarsi impressionare il figlio del Supremo Hydra preme ancora il grilletto
ma ancora una volta si ode solo lo scatto a vuoto del percussore.
-Non è possibile!-
esclama.
La
donna di nome Domino gli sferra un calcio alla mano destra facendogli saltar
via l’arma e replica:
-Che peccato che
quella meravigliosa tecnologia tedesca abbia cessato di funzionare proprio
adesso eh? Capita quando io sono nelle vicinanze.-
-Verdammte Hu....-
Gorilla Man solleva Andreas come fosse senza peso e gli
dice:
-Vacci piano con gli insulti
amico… e sì: non solo so parlare ma comprendo anche il Tedesco. Sorprendente
non è vero?-
-Lasciamelo
uccidere.- interviene Man-Killer -Un maschio di meno in giro.-
-Sei piuttosto monotona
amica mia, lo sai? Credo che a Fury il nostro amichetto interessi vivo.
Dopotutto è il figlio del pezzo più grosso dell’Hydra.-
Capitan America si avvicina e li
scruta.
-E voi chi
sareste?- chiede.
-Puoi chiamarci la
cavalleria inviata dal buon vecchio zio Nick.- risponde Gorilla Man.
-Ma davvero? Non ti
conosco ma di certo un gorilla parlante non mi sorprende ormai, ma gli altri …
due supercriminali come Man-Killer e lo Svanitore, e Domino: una mercenaria
pronta a vendersi al miglior offerente.-
-Detta così sembra
proprio una brutta cosa.- commenta, sarcastica, Domino.
-Perché Nick Fury
avrebbe inviato voi?-
-Siamo la sua
squadra disinfestazione cloni.- spiega Gorilla Man in tono ironico -O meglio:
lo eravamo. L’obiettivo è cambiato: invece di eliminare noi i cloni, ora dobbiamo impedire che lo facciano i cattivi
come questo bel tomo e sua sorella… a proposito: dov’è finita?-
Di Andrea von Strucker non c’è più
traccia.
-Prevedo guai in
arrivo.- borbotta Domino.
Un secondo dopo una potente esplosione
scuote il corridoio.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Note un po’ più corpose stavolta,
quindi non perdiamo tempo:
1) Questa
storia prosegue le trame iniziale da Andrea Garagiola nella serie di Nick Fury.
Probabilmente sarà sviluppata in modo diverso da quello che lui aveva pensato
ma è così che vanno le cose a volte.
2) Gli
altri agenti dello S.H.I.E.L.D. non dovrebbero aver bisogno di presentazioni ma
vale la pena di soffermarsi su Jonathan “Junior” Juniper, creato da Stan Lee
& Jack Kirby su Sgt. Fury and his Howling Commandos #1 datato maggio 1963 e
morto nel n. 4 di quella stessa serie datato novembre 1963. Per molti anni Nick
Fury ha portato sulle spalle il fardello del senso di colpa per la sua morte e potrebbe vedere
l’apparizione del suo clone come un modo di fare ammenda.
3) Lo
Svanitore è stato creato da Stan Lee & Jack Kirby su Uncanny X-Men Vol. 1°
#2 datato novembre 1963.
4) Frank
Gianelli è un personaggio creato da Chris Claremont & Jim Mooney su Miss
Marvel Vol.1° #6 datato giugno 1877.
5) Tracy
Burke è stata creata sempre da Chris Claremont & Jim Mooney su Miss Marvel
Vol.1° #8 datato agosto 1877.
6) Il
Teschio Rosso citato nella storia non è l’originale nazista ma un suo epigono
russo responsabile della sua morte vista su Vendicatori MIT #90
7) .Grant
Ward è un
personaggio creato da Joss Whedon. Jed Whedon e Maurissa
Tancharoen per la serie TV Agents of S.H.I.E.L.D. nel 2013 Ha fatto la sua
prima apparizione nell’Universo MIT dal sottoscritto su Lethal Honey #20. La
sua storia è un po’ diversa, ma neanche tanto in fondo, rispetto alla sua
controparte televisiva, ma ne saprete di più nel prossimo futuro. Il suo
avvistamento a Santa Providencia è precedente
alla sua apparizione nella serie Agents of S.H.I.E.L.D. #000 e seguenti scritta
da Mickey. Si può presumere che si fosse fermato nell'isola caraibica di
ritorno da Tahiti dove si era recato in una sorta di vacanza alla fine di
Lethal Honey #21
Nel
prossimo episodio: continua il mistero dei cloni, Capitan America trova
insoliti alleati e Frank Gianelli continua la sua inchiesta sotto copertura.
A
presto.
Carlo
[1]I dettagli su Nick Fury MIT#8.
[2]Acronimo di United States Naval Special Warfare Development Group, unità del Comando Congiunto delle Operazioni Speciali delle Forze Armate degli Stati Uniti costituita da membri dei SEAL, le squadre speciali della Marina degli Stati Uniti.
[3] Su Thunderbolts Vol. 1° #25 (In Italia su Capitan America & Thor #74/75).
[4] Per fatti avvenuti in episodi inediti di Power Man & Iron Fist.
[5] Anche in questo caso, i dettagli sono su Nick Fury MIT #6.
[6] Capo della sezione permanente in un paese straniero di uno dei servizi segreti russi.
[7] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il servizio segreto militare russo.